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original kit

Il mio Z80 NE

 a.k.a. ZDS or Z80 Darkstar

 

 

  

 

Il declino

Se avete letto l'articolo introduttivo alla Z80 di Nuova Elettronica, potete facilmente immaginare che, con il trascorrere degli anni, anche il buon vecchio Z80 andò in pensione.

Con l'arrivo in casa del primo PC IBM 8088, poi AT 286 e così via, di passo con la mia carriera professionale (oggi lavoro su cluster massivi), fu inevitabile che lo Z80 venisse progressivamente abbandonato. E così, anche se, nonostante la "concorrenza" di molto più performanti PC, la mia amata macchinina abbia caparbiamente proseguito la sua carriera per qualche anno con un programma di gestione abbonati per la rivista ferroviaria di mio padre scritto in DBII, fu inevitabile che infine trovasse la strada per la soffitta...

 

Tutti noi cresciamo negli anni e le prospettive cambiano. Così, ad un certo punto, come probabilmente è capitato a molti di voi, una maggiore disponibilità di tempo e una crescente nostalgia per i vecchi amori ha fatto sì che nascesse l'esigenza di "recuperare" il mio primo ed insostituibile computer.

2006, via la polvere!

Disceso dalla soffitta, non era messo poi tanto male, anche se recuperare i vari pezzi sparsi tra uno scatolone e l'altro non è stata impresa da poco.

A seguire le classiche operazioni di restauro, pulizia innanzitutto, verifica dell'alimentatore e prima ri-accensione. Sfortunatamente non ho fatto una documentazione fotografica di questa attività.

Quindi per farla breve il mio Z80 era di nuovo funzionante!

Bè non proprio.

Al primo tentativo di bootstrappare la macchina ho avuto la sgradita sorpresa di vedere che tutti i floppy del NE-DOS erano rovinati. Non solo quelli del NE-DOS a dire il vero, ma tutti in blocco, incluso quindi CP/M e qualsiasi altro software.

Sulla superficie dei floppy si era formata una specie di patina di muffa. Più tardi ho scritto un programmino per lo Z80 che fosse in grado di recuperare i settori non danneggiati. Visto che di molti floppy avevo copie multiple, in effetti, leggendo un settore da un disco, uno da un'altro, qualcosa sono riuscito a recuperare anche se questo purtroppo è quasi costata la vita ad uno dei drive Tandon da 5".

Tuttavia il problema immediato rimaneva: come caricare software sullo Z80?

All'epoca il sito di Roberto Bazzano, "The Home of Z80 NE", non esisteva e non ero ancora in contatto con altri affezionati dello Z80 NE. L'unica soluzione sembrava utilizzare la schedina parallela LX389 per realizzare una interfaccia parallela tra Z80 e PC. Anche perchè ormai il PC ospitava le immagini di tutti i dischi e il software per lo Z80 in mio possesso.

Fatta una piccola modifica su tale scheda e aggiunto il software necessario tutto si è sbloccato.

Da quel punto in poi sono nate tante idee, alcune realizzate, alcune ancora no (il tempo libero è quello che è). Non voglio annoiare nessuno e quindi vi risparmio la cronistoria delle modifiche apportate allo Z80 e del perchè alcune modifiche ne hanno richieste altre.

La documentazione del tutto è disponibile nelle pagine più in basso dove ho cercato spiegare le cose al meglio e nel dettaglio.

Qualche considerazione generale. 

Tutte le modifiche, alcune realizzate poi anche con l'aiuto dell'amico Pino Giaquinto portano ad avere uno Z80NE con gli "steroidi". Questo è bello da un lato ma comporta delle rinunce dall'altro.

Per chiarire: usare ad esempio la scheda multifunzione, che si porta a bordo 768k di ram, è possibile solo rinunciando alle schede di memoria originali. Ciò che alla fine ottenete non è più esattamente in linea con lo Z80NE, ma uno ZDS come io lo chiamo o Z80 Darkstar, nomignolo che il mio Z80 ha avuto praticamente da sempre, per via del suo case nero.

L'idea è avere lo Z80 dei miei sogni e vedere fin dove è possibile portare l'architettura di base di Nuova Elettronica, senza progettare un computer da zero, come per esempio hanno fatto i ragazzi del N8VEM.

Personalmente ho risolto il problema mettendo da parte tutto il "non serve più" e duplicando "il modificato" in modo da avere l'occorrente per uno Z80NE suo gemello, puro così come mamma lo ha fatto (grazie Pino per la scheda floppy...)

Una seconda importante considerazione è la seguente: tutto il software realizzato lato PC gira ed è stato sviluppato su Linux. Questo vuol dire che se non utilizzate questo sistema operativo vi dovrete attrezzare. Il software di per se è in puro C quindi non dovrebbe essere difficile il porting su DOS/Windows utilizzando Cygwin, ma io non l'ho mai fatto. Questo sforzo spetta a voi e anzi, se ci riuscite, This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. .

Tutto il software sviluppato, il software adattato (quasi tutto per il CP/M), la documentazione, i progetti e quant'altro è disponibile qui:

https://github.com/pbetti/ZDS

indipendentemente dalla descrizione dei singoli progetti che trovate sotto. Il materiale è disponibile su github sia per la facilità della distribuzione, sia perchè, bè, non ho mica smesso di lavorarci sopra... ????

Per avere una copia del repository il requisito software è avere installato "git", che è disponibile su qualunque versione di Linux o che, a vostra scelta potete compilare prelevandolo da https://git-scm.com/downloads, quindi, posizionatevi in una cartella appropriata al contesto in cui creare la sottodirectory di github e date il comando:

$ git clone https://github.com/pbetti/ZDS.git

In seguito per mantenere il repo sempre aggiornato, entrate nella cartella ZDS ed usate il comando:

$ git pull origin master

Buon divertimento!

 

Progetti

Le modifiche realizzate e quelle in via di realizzazione sono documentate nella lista qui sotto. Cliccate sui titoli per la pagina corrispondente.

 

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