Questo articolo è disponibile in inglese.
Lo Z80NE nasce da un progetto della rivista italiana di elettronica "Nuova Elettronica" pubblicato nel 1979.
Nuova Elettronica è nata nel 1969 per mano del geniale e purtroppo scomparso Giuseppe Montuschi ed ha chiuso i battenti a febbraio di quest'anno (2014) con mio grande dispiacere.
Nonostante il lungo periodo di attività e la grande quantità di progetti di successo e relativi kit prodotti da Nuova Elettronica, ancora oggi parlando della rivista la prima cosa che viene ricordata è proprio il microcomputer Z80NE.
Premetto che qui non andrò comunque ad approfondire questa macchina troppo nei dettagli. Per questo c'è il completissimo sito dell'amico Roberto Bazzano "The home of Z80NE" a cui vi rimando per qualsiasi approfondimento.
Era l'anno 1979...
Tuttavia, non riesco a descrivere questo progetto se non facendo una piccola digressione sul periodo in cui questo kit ha visto la luce anche perchè non posso ignorare il tremedo impatto che questa macchina ha avuto sulla mia vita.
I tempi all'epoca non erano ancora diventati frenetici come lo sono oggi, e sulle cose c'era tutto il tempo di ragionare. L'elettronica era di "moda" se così si può dire, nel momento in cui la sua presenza cominciava ad entrare in ogni oggetto di uso quotidiano con effetti proposti come miracolosi.
E lo erano.
Era in corso un vero fenomeno culturale, generato dalla grande pressione che sul mercato stava facendo l'arrivo del "silicio".
Anche film e libri del momento risentivano pesantemente di questa nuova affascinate presenza.
Fascino che di sicuro influenzava grandemente molte persone, radioamatori e smanettoni dell'elettronica, perennemente armati di stagno e saldatore, intenti a pasticciare su ogni cosa capitasse a tiro, dalla radio a transistor alle luci delle scale, dal timer per il flash della macchina fotografica all'impianto elettrico dell'automobile. Ed erano davvero numerosi e in piena attività, come testimonia in quel momento, la presenza in ogni edicola di una grande quantità di riviste dedicate all'argomento e l'apertura di negozietti di elettronica ad ogni angolo di strada.
Io non ero da meno. Al secondo anno di liceo avevo già chiaro che l'elettronica sarebbe stata il mio futuro. Dopo il diploma mi aspettava il corso di laurea in ingegneria elettronica.
O almeno così credevo...
In questo contesto il digitale era davvero l'ultima frontiera. I computer, semplicemente, non esistevano. Almeno non nel senso a cui siamo abituati oggi, per chiarezza.
C'erano si, ma erano una presenza misteriosa, di cui si faceva un gran parlare, "Un lavoro per il futuro? Diventa programmatore!". Si ma come?
L'invasione massiccia di presonal computer come il Sinclair ZX80/81, il Commodore o l'Apple II, era distante ancora qualche tempo. Lo stesso Z80 nel 1979 come processore era una cosa nuova, la cui commercializzazione era iniziata solo a luglio di tre anni prima (1976).
Si, volendo, si potevano acquistare dei computer, ad esempio quelli basati su bus S-100, ma la diffusione di questi sistemi nonostante la pubblicità, era piuttosto scarsa, specie in Italia, per non parlare del prezzo proibitivo, direi fantascientifico, che avevano per un ragazzetto agli inizi del liceo. Al contrario si trattava di sistemi rivolti ad una utenza professionale.
In questo quadro, subito prima del boom di Apple, Sinclair e Commodore, e del cataclisma apportato poi da IBM con il suo "Personal" si inserisce Nuova Elettronica allora mia lettura preferita.
Da quanto pubblicato, si poteva intuire che qualcosa bolliva in pentola, in particolare dall'aumento di articoli e kit contenenti ROM, EPROM e similari. Non che il digitale fosse assente dai progetti della rivista, anzi, però si notava l'affacciarsi di componentistica nuova.
Nuova Elettronica ha sempre avuto un approccio molto particolare nel campo della stampa specializzata. In primo luogo ogni progetto pubblicato era basato su un corrispondente kit, di cui la rivista forniva puntualmente circuito stampato e componenti in un classico "blister" nero-azzurro.
Ma ciò che più ne caratterizzava i contenuti era la spiegazione puntuale, didattica, del funzionamento del circuito dal punto di vista sia pratico che teorico, utilizzando un linguaggio talmente semplice da rendere impossibile non capirne i principi.
Finalmente sul numero 68 della rivista appare il progetto di questo computer con relativo kit.
Si tratta di un sistema basato su cpu Z80 e realizzato su schede dedicate collegate tramite un bus proprietario. Inizialmente vengono proposte: la scheda CPU completa di 1Kb di monitor su eprom e 1kb di ram, la scheda BUS a 7 slot, una tastiera esadecimale con 8 display a sette segmenti, e la scheda di intefaccia per la tastiera esadecimale, a cui segue sul numero successivo della rivista (69) il relativo alimentatore che ne rende possibile l'effettivo funzionamento.
Evidentemente un approccio iniziale molto didattico.
Ma per me più che sufficiente. E' amore a prima vista.
Iniziano immediatamente le nottate passate sperimentando sulla tastiera esadecimale e, parallelamente, le relative incazzature quando le cose "inspiegabilmente" non funzionano. Ma ogni sfida superata porta a qualcosa di più complicato e, come una droga, inesorabilmente programmazione e informatica diventano una parte integrante di me stesso.
Ogni aggiunta proposta in seguito, espansioni di memoria, interfacce per cassette e floppy, schede video a altro ancora (non vi dico l'emozione di veder apparire sullo schermo le lettere premendo un pulsante sulla tastiera) non fa che incrementare il mio infatuamento per i "computers".
Al giorno d'oggi può sembrare solo retorica, ma in seguito, ed esclusivamente a causa di quelle due stupide schede iniziali, avrei rinunciato alla laurea in ingegneria per dedicarmi esclusivamente alla programmazione.
Oggi infatti sto sviluppando il sistema mostrato in questa foto:
Acilia (RM) - 2010
ma, se non fosse stato per lo Z80 di Nuova Elettronica, non ci sarei mai arrivato.
Il Microcomputer Z80 di Nuova Elettronica
Come già detto il sistema era composto da schede dedicate. Ogni scheda sviluppava una specifica funzione e tutte le schede principali erano connesse attraverso un bus proprietario.
Come ho scoperto in seguito il progetto originale era in realtà sviluppato da una diversa azienda, chiamata Micro Design di Genova e non da Nuova Elettronica.
L'orientamento comunque era quello di fornire un sistema educativo, come si evidenzia dal sistema di base composto da una CPU e una tastiera esadecimale, completamente autonomo.
La rivista, comunque, ha presentato in seguito un completo set di hardware aggiuntivo, tale da consentire la costruzione di un sistema completo di un livello paragonabile a sistemi S-100 o al TRS-80, tanto per fare un esempio (tanto che da quest'ultimo deriva il sistema operativo, il NE-DOS).
I kit forniti da Nuova Elettronica furono presentati piuttosto velocemente all'inizio per poi rallentare progressivamente nel corso degli anni successivi.
L'intero sistema infatti, fu proposto coprendo un periodo di tempo considerevolmente lungo, dal 1979 al 1985, che è una aspettativa di vita di gran lunga maggiore di qualsiasi PC moderno.
La decisione di frammentare la presentazione e la fornitura dell'hardware del micro, funzionò bene sia per la rivista, interessata a vendere kit e quindi a mantenera alto l'interesse nel suo sistema, sia per gli utenti che potevano spalmare nel tempo i costi (piuttosto notevoli alla fine) di acquisto dell'intero sistema e, al tempo stesso, avendo il tempo di "assimilare" ciò che la rivista continuava ad offrire in termini di didattica un kit dopo l'altro.
Il design delle schede è sofisticato e robusto, a bassa densità di componenti, così da mettere in grado anche i meno "esperti" di montare i componenti senza errori (bè ... quasi).
Va notato che non tutto l'hardware proposto poteva essere utilizzato simultaneamente, ad esempio, c'erano due interfacce video una a bassa risoluzione ed una ad alta risoluzione mutualmente incompatibili, così come le schede di espansione della memoria che potevano essere utilizzate solo in determinate conbinazioni fino ad un massimo di 56k che era il limite per questo computer. Questo perchè gli ultimi 4 kbytes di memoria erano riservati alla rom del monitor e i 4k di ram immediatamente al di sotto erano riservati alla scheda lo-res (un solo kbyte utilizzato in effetti) quindi da E000H a EFFFH.
Un'altro caso interessante era il monitor di sistema, originalmente presente sulla scheda CPU, mappando un Kbyte di EPROM a partire dall'indirizzo 8000H, di fatto bloccando qualsiasi espansione di memoria oltre i 32k, che fu infatti rimosso quasi immediatamente e spostato sulla scheda di interfaccia floppy e mappato a partire dall'indirizzo F000H.
Questa apparente schizofrenia progettuale si spiegò, nel tempo, con l'intento di avere un sistema che gli utenti potessero impostare a seconda delle proprie necessità, fermandosi, ad un certo punto, se queste necessità erano di pura didattica. Anche se, scommetto che quasi tutti hanno portato il sistema al suo massimo potenziale.
Molte di queste limitazioni possono comunque essere facilmente superate con alcuni piccoli interventi, come vedremo in seguito.
Questa è la lista dei kit prodotti da Nuova Elettronica:
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Il BUS di sistema è parallelo e consiste di 48 linee suddivise su due connettori single-in-line da 24 pins ciascuno.
Il connettore "A" porta l'alimentazione (-12V, + 12V, + 5V) e tutti i segnali di controllo. inclusi IEI e IEO che avrebbero dovuto essere usati per formare una catena di priorità "daisy-chain" a seconda della posizione sul bus, caratteristica poi mai utilizzata da Nuova Elettronica. Il connettore "B" è invece tutto dedicato alle linee dati e indirizzi.
Normalmente, alimentatore e schede erano alloggiate in un case da 5U a montaggio rack di colore nero. Questo stile "all-black" mi ha portato in seguito, a dare al mio sistema il soprannome di Z80Darkstar di cui troverete vari riferimenti negli articoli successivi.
Per tutti i dettagli riguardanti ogni singola scheda, gli schemi originali e gli articoli della rivista è possibile trovare tutto qui: http://www.z80ne.com/ita/hardware.asp
Prossimo articolo: 2006, Z80NE una seconda vita >>
Cliccare sulle foto per una vista ingrandita.
(foto Pino Giaquinto)
(foto Pino Giaquinto)
(foto Roberto Bazzano)
per il nuovo monitor. (foto R. Bazzano)
(foto Roberto Bazzano)
keyboard e un floppy.
(foto Roberto Bazzano)
(foto Pino Giaquinto)
Prossimo articolo: 2006, Z80NE una seconda vita >>
Alcune foto per gentile concessione Roberto Bazzano - The Home of Z80NE |
This articles are also available in Italian.
The Z80NE is a project of the Italian magazine of electronic "Nuova Elettronica" and it was published in 1979.
Nuova Elettronica was founded in 1969 by the hands of the brilliant and unfortunately passed away Giuseppe Montuschi and closed its doors in February of this year (2014) to my great regret.
Despite the long period of activity and the large number of successful projects and related kit products by Nuova Elettronica, still today, talking about the magazine the first thing that is remembered is just the microcomputer Z80NE.
Premise that i will not go there too deep in describing machine details. To know all about the Z80NE, there is a very complete site of my friend Roberto Bazzano "The home of Z80NE" to which you can refer for any further information.
It was the year 1979...
However, I can not describe this project if not making a small digression on the period in which this kit has seen the light, because I can not ignore the great impact that this computer has had on my life.
The times were not yet become frantic as they are today, and there was time to think about things. Electronics had become "fashionable", so to speak, when his presence started to get into any everyday object with effects presented as miraculous.
And they were...
It was in progress a true cultural phenomenon, generated by the great pressure that the market was doing with the arrival of the "silicon".
Even movies and books of the moment heavily were affected by this new fascinating presence.
A charm that certainly was having great influence on many people, radio amateurs and electronics geeks, always armed with tin and solder iron, intent to mess up everything happen to throw, from transistor radios to the lights of the stairs, the timer for the camera flash or the electrical systems of their car. And they were numerous and in full operation at the time, as evidenced by the presence in each kiosk of a large amount of magazines devoted to the subject and by the opening of shops selling electronics at every street corner.
I was not an exception. At the second year of the high school (that is five years long in Italy) it was already clear to me that electronics would be my future. After high school i would have go to the degree course in electronics engineering.
Or so i thought ...
In this context, digital was really the last frontier. Computers simply does not exist. Not in the sense that we are used today to be clear.
There were computers, yes, but as a mysterious presence, of which there was much talk, "A job for the future? Become a programmer!". Yes, but how?
The massive invasion of personal computers like the ZX80/81, the Commodore or the Apple II and many others, was still some time away. The same Z80 processor in 1979 was a new thing, the marketing of which was begun only in July of 1976.
Yes, if you wish, you could buy a computer, such as those based on the S-100 bus, but the spread of these systems despite the publicity, was quite poor, especially in Italy, not to mention the prohibitive price, I'd say science fiction, which they had for a kid at the beginning of high school.
In this framework, just before the boom of Apple, Commodore and Sinclair, and then the cataclysm made by IBM with its "Personal", there was Nuova Elettronica at the time my favorite reading.
From what has been published, you could guess that something was brewing, with the increase number of articles and kits containing ROM, EPROM and the like. Not that digital was absent from the projects of the magazine, the contrary, even though you could see the emergence of new kind of components.
Nuova Elettronica has always had a very unique approach in the field of specialized press. In the first place every published project was based on a corresponding kit, of which the magazine punctually provided printed circuit board and components in a classic blue-black "blister".
But what always really characterized its contents was the explanation precise, didactic, of the circuits operation both practical and theoretical, using a language so simple that it was impossible not to understand the principles.
Finally on the number 68 of the magazine appears the project of this computer kit.
It is a system based on a Z80 cpu at 2 MHz and realized on dedicated cards connected via a proprietary bus. Initially were proposed: the CPU board complete with 1Kb of monitor on EPROM and 1Kb of ram, a 7 slot BUS board, an hexadecimal keyboard with eight seven-segment display, and the interface card for the hexadecimal keyboard, followed on the next issue of the magazine (69) by a power supply that enables its effective functioning.
Evidently a very didactical initial approach.
But for me more than enough. Is love at first sight.
Immediately began the nights spent experimenting on the hexadecimal keyboard and, in parallel, related fits of anger when things "inexplicably" do not work. But every challenge overcome led to something more complicated, like a drug, inexorably programming and computer science became a part of myself.
Each proposed addition later, memory expansion, interfaces for cassettes and floppies, video interface cards and more (not to tell you the excitement of seeing charachters appear on the screen pressing on the keyboard buttons) does nothing but increase my infatuation for "computers" .
Now it seems only rhetoric, but later and only because of those two initial stupid cards, i gave up engineering degree to devote myself exclusively to programming my beloved computers, thing, that i'm still doing.
Infact today i'm developing the project in this picture:
Acilia (RM) - 2010
but, if it were not for the Z80 by Nuova Elettronica, it was never possible.
Microcomputer Z80 by Nuova Elettronica
As already said the system consists of dedicated boards. Each card performs a specific function and all the main boards are connected on a propietary bus.
As i found out later, the original design of the system was effectively developed by a company called Micro Design of Genoa and not by Nuova Elettronica.
The orientation however, is to provide an educational system as evidenced by the basic system that consists of the CPU board and an hexadecimal keyboard.
The magazine, however, has introduced later a comprehensive set of additional hardware to allow the construction of a complete system of a level comparable to systems like S-100s or TRS-80 just for an example.
The kits provided by Nuova Elettronica were presented fairly quickly at the beginning and then slow down over time.
The whole system is developed, however, covering a period of considerably long time from 1979 to 1985, which is much greater in life expectancy then today's PC.
The decision to break up the presentation and furniture of the Z80NE hardware, worked well for both the magazine, interested in selling kits and so to maintains high the interest in his system, both for the users who can spread over time the costs (quite remarkable at the end) of buying the whole system and, at the same time, having the time to "assimilate" what the magazine continues to offer in terms of didactic information a kit after another.
The board design is sophisticated and robust, with low component density so to put even the less "technically savvy" people able to mount the components without errors (well... almost).
As to be noticed, not all the hardware presented can be used simultaneously, for example, there are two video interfaces, a low resolution and a hi-res which are mutually incompatible, as well as various memory cards that can only be used in certain configurations to obtain a maximum of up to 56K of RAM which is the limit for our computer. This is because the upper 4kbytes are used by the monitor and lower 4k of RAM (a single kbyte used actually) from E000H to EFFFH is reserved for the lo-res video card.
Another interesting case is the system monitor originally present on the CPU board, which maps 1kb of EPROM at address 8000H, thus blocking any expansion above 32k, chip that infact was removed almost immediately, and placed on the floppy interface card (mapped at F000H).
This apparent schizophrenic design is explained, over the time, with the intent to have a system that users can set up accordingly to their needs and interests.
Even if, i'm willing to bet that the most of them have brought their Z80NE to its maximum potential.
Many of these limitations can easily be overcome with small interventions, as we'll see later.
This is the list of Z80NE kits produced by Nuova Elettronica:
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The system BUS is parallel, consisting of 48 lines divided on two single-in-line connectors of 24 pins each.
The connector "A" drives power (-12V, + 12V, + 5V) and all control signals of Z80 cpu including IEI, IEO pins that should established a daisy-chain interrupt priority between the cards according to the position of insertion, feature never used by Nuova Elettronica, while the connector "B" was dedicated to the address and data lines.
Normally, the power supply and the boards were enclosed in a 5U rack mount black case. This all-black style led me to give to my system the nickname of Z80Darkstar, for which you'll find references in the next articles.
For all details about every board and also original schematics and magazine articles, please, look here: http://www.z80ne.com/eng/hardware.asp
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Clik on the pictures for an enlarged view.
(pict. Pino Giaquinto)
(pict. by Pino Giaquinto)
(pict.by Roberto Bazzano)
for newer monitor. (pict. R. Bazzano)
(pict. by Roberto Bazzano)
lo-res, keyboard and floppy.
case. (pict. by Roberto Bazzano)
(pict. by Pino Giaquinto)
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Some picture courtesy Roberto Bazzano - The Home of Z80NE |
Time passes, and software continues its evolution.
So even z80cpu.eu has started to run in a new environment: php7, fpm, and so on, which made mandatory the transition from version 2 to 3 of its CMS: Joomla.
I'm slowly fixing some small bugs due to the passage, but overall the site should no longer suffer of the past weeks malfunctions.
The king is dead, long live the king!
I'm sorry, this article is a bit offtopic for my site contents...
As the title says i'm talking about the gnome15 suite of utilities to drive Logitech keyboards of the "G" series under Linux.
Normally this project's software belong to the site of Nuno Araujo "russo79.com", but after a reinstall of my workstation i found the bad surprise that this site went down and actually is still offline, and, very bad, thare are no other repositories for the suite.